Quando clima ed economia viaggiano di pari passo

23.06.2023

la sfida per un futuro sostenibile

Il cambiamento climatico sta diventando una delle sfide più pressanti che il pianeta debba affrontare.

Nel 2006, il professor Nicholas Stern ha pubblicato il Rapporto Stern sui cambiamenti climatici, sottolineando l'ingente impatto economico che gli stessi avrebbero avuto senza l’adozione di misure adeguate, arrivando a considerarli "il più grande fallimento del mercato che il mondo abbia mai sperimentato"[1].

Nel corso degli anni, questa prospettiva ha guadagnato ulteriore rilevanza e, con eventi come la pandemia da COVID-19 e la crisi energetica, l'attenzione sul rapporto tra clima ed economia è cresciuta notevolmente. Da qui l’adozione di iniziative e riforme per integrare la sostenibilità ambientale nell'economia e nel settore finanziario.
Questa nuova consapevolezza ha avuto un’influenza significativa anche sulla regolamentazione bancaria e delle imprese. Tanto che oggi le istituzioni sono sempre più chiamate a valutare il rischio climatico e adottare politiche di prestito e finanziamento che favoriscano la sostenibilità ambientale.

Si pensi all'EU Green Deal, che destina 1800 miliardi di euro alla promozione di investimenti sostenibili e della transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio.
Allo scopo di perseguire uno sviluppo sostenibile sono state introdotte normative e direttive per definire criteri armonizzati sulla sostenibilità delle attività economiche, come la tassonomia ambientale, che stabilisce i parametri per valutare se un'attività è sostenibile dal punto di vista ambientale oppure no[2].

In tal senso va anche la richiesta di reporting ESG (ambientale, sociale e di governance) per gli operatori finanziari e le imprese[3].
L’impatto del cambiamento climatico sull'economia e sul mondo del credito è evidente anche attraverso l'aumento dei rischi finanziari associati a eventi estremi. Del resto, uragani, alluvioni e incendi boschivi stanno diventando sempre più frequenti e intensi.

Si tratta di catastrofi naturali che possono causare danni a infrastrutture e attività commerciali, portando a perdite finanziarie significative. Basti pensare alla recente alluvione in Emilia-Romagna: stando ai dati della Protezione Civile, sono state colpite quasi 21mila aziende agricole e ben il 43% del territorio è rimasto coinvolto, il tutto senza che per ora si possano ancora quantificare i danni o stabilire quando sarà possibile tornare a regime[4].

Alla luce di quanto detto, è facile immaginare come le aziende che non si tutelino nei confronti del cambiamento climatico rischino oggi molto più che in passato di subire interruzioni nelle forniture e danni di diverso tipo.  
Non solo, le agenzie di rating e gli istituti finanziari tengono sempre più conto dei rischi ambientali e climatici nelle valutazioni di solvibilità aziendale, ciò significa che le imprese che non li considerano si trovano a dover affrontare costi di finanziamento più elevati o, addirittura, l'impossibilità di accedere a prestiti.

Siamo in un periodo storico in cui la transizione verso uno sviluppo sostenibile non solo è indispensabile, ma diventa cruciale nel garantire la stabilità economica e mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico[5], ma sul piano pratico in che modo tutto ciò dovrebbe avvenire e come nazioni e aziende stanno cooperando affinché si realizzi? Oltre alle iniziative a livello nazionale, esistono importanti accordi internazionali volti a combattere il cambiamento climatico.

In particolare, l'Accordo di Parigi del 2015, sottoscritto da quasi tutti i Paesi del mondo, mira a limitare il riscaldamento globale, fornendo un piano d'azione globale che ha contribuito a favorire politiche e iniziative sulla sostenibilità in molti settori economici.
La transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio richiede lo sviluppo e l'adozione di tecnologie e pratiche sostenibili in vari settori.

Comparti chiave come l'energia, i trasporti, l'industria e l'agricoltura stanno cercando di ridurre le loro emissioni di gas serra attraverso l'uso di fonti rinnovabili, l'efficienza energetica, veicoli elettrici, combustibili alternativi, processi produttivi più puliti, economia circolare, pratiche agricole virtuose e molto altro.
La ricerca di opportunità di investimento che promuovano la sostenibilità ambientale, sociale e una buona governance aziendale ha portato alla creazione di strumenti finanziari ad hoc, come i "green bond" (obbligazioni verdi) e i fondi ESG, che canalizzano i finanziamenti verso progetti che soddisfano criteri ESG.

Infine è bene ricordare come la ricerca e lo sviluppo di tecnologie green applicate a energie rinnovabili, stoccaggio energetico, efficientamento, mobilità sostenibile, hanno e avranno sempre più un ruolo determinante nella transizione ecologica e nel contenimento dei rischi climatici.

In conclusione, sono necessari sforzi congiunti a livello globale per affrontare questa sfida e creare un futuro più sicuro e sostenibile per le prossime generazioni.[6]
Una sfida difficile ma che non possiamo permetterci di non superare.