L’Italia è fra i Paesi europei più esposti ai rischi climatici, ma è anche fra i meno assicurati contro i fenomeni naturali estremi.

17.11.2023

Le immagini dell’alluvione in Emilia-Romagna a maggio e quella recentissima in Toscana sono ancora negli occhi di molti italiani e non si tratta certo di episodi isolati. A causa del cambiamento climatico, fenomeni meteorologici estremi sono ormai sempre più frequenti.
In base all’Osservatorio CittàClima di Legambiente, da inizio anno a maggio 2023 si sono verificati ben 122 eventi climatici catastrofici in Italia, il 135% in più rispetto all’anno precedente.
 
Del resto, l’Italia per conformazione geologica e morfologica è uno dei Paesi più esposti a rischi climatici in Europa. Non a caso, in base allo studio Titan (Territorial Impacts of Natural Disasters) del programma europeo Espon, il nostro è fra gli Stati con la più alta quota di popolazione residente in territori molto vulnerabili.
 
In particolare, stando alle stime dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) relative al 2020, l’Italia è soggetta a un elevato rischio idrogeologico, ben il 20% della popolazione vive in aree potenzialmente soggette ad alluvioni, mentre il 2,2% si trova in zone ad elevata pericolosità di frane.
Una situazione che va aggravandosi di anno in anno. Per il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, la probabilità che si verifichino eventi estremi nel nostro Paese è, infatti, aumentata del 9% negli ultimi vent’anni. 

Eventi climatici estremo: l’impatto sul valore degli immobili

Considerando il recente studio “L'impatto del rischio di alluvione sulla ricchezza immobiliare in Italia” realizzato da Banca d’Italia, il valore delle abitazioni potenzialmente esposte ad alluvioni è pari a 991 miliardi di euro (ai valori del 2020), il 23,3% della ricchezza abitativa complessiva.
Prendendo in esame i soli pianoterra, più esposti a danni in caso di alluvione, la perdita annua attesa che ne deriva è stimata attorno ai tre miliardi di euro.
Non mancano differenze in base all’area geografica, la zona più a rischio è quella del distretto del Po e le regioni più esposte sono l’Emilia-Romagna, Liguria e Toscana. Di contro le regioni più sicure sono Molise e Basilicata, fermo restando che nessuna regione italiana è priva di rischio.
Se si considera che la casa rappresenta una parte importante del patrimonio degli italiani, diventa chiaro come un evento estremo possa mettere a rischio la stabilità economica di molte famiglie del nostro Paese.
 
Oltre a frane e alluvioni, non bisogna poi dimenticare il rischio che si verifichino dei terremoti. In base a uno studio del CNR, il 78% delle abitazioni è edificato in zone a rischio idrogeologico o sismico e tra il 2011 e il 2021, i danni subiti dal patrimonio immobiliare ammontano a circa 50 miliardi.

Il paradosso italiano: molti rischi, pochi gli assicurati

I numeri sopra riportati spingono alla conclusione che assicurarsi contro alluvioni, terremoti e fenomeni naturali estremi dovrebbe essere una pratica diffusa in Italia. Eppure, i dati ci dicono che non è così. Anzi.
Nonostante l’elevato rischio, il nostro Paese è agli ultimi posti in Europa per coperture assicurative verso questo tipo di eventi: secondo i dati 2022 di ANIA (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici), meno di due auto in circolazione su dieci (16%) sono assicurate contro i danni atmosferici.
 
Non solo, su 35,3 milioni di unità abitative esistenti, quelle assicurate contro questo genere di rischi sono solo il 5,3%.
 
Guardando alle aziende, invece, secondo l’Italian Insurtech Association (IIA), nonostante circa 1 impresa su 3 sia esposta a potenziali perdite economiche a causa di fenomeni naturali, solo il 7% delle piccole e medie imprese, che compongono la gran parte del tessuto imprenditoriale italiano, è assicurata contro questi rischi e soltanto il 10% degli agricoltori italiani ha una polizza assicurativa che copre i danni atmosferici.
 
Un paradosso, quello italiano, evidenziato anche dal Resilience Index 2022 di Swiss Re, che mostra come l’Italia, dopo la Grecia, sia la nazione che registra il più alto gap di protezione assicurativa in Europa

L’importanza di una maggiore consapevolezza sui rischi climatici

Il fatto che l’Italia sia sotto-assicurata dipende in gran parte da una questione culturale: la difficoltà di stimare la probabilità che si verifichi un determinato evento, porta a pensare che l’assicurazione sia un costo di cui si può fare a meno. Si preferisce, dunque, “rischiare” piuttosto che tutelarsi.
Ecco perché, oltre a proseguire in modo sempre più deciso nelle attività di contrasto ai mutamenti climatici, è fondamentale avere la consapevolezza dei rischi che si corrono e comprendere quanto sia importante attivare adeguate protezioni.
In questo lo Stato ha un ruolo importante. Non a caso, nella bozza preliminare della Legge di Bilancio 2024, viene stabilito che le imprese (con sede legale in Italia o aventi sede legale all'estero con una stabile organizzazione nel nostro Paese) dovranno sottoscrivere obbligatoriamente entro il 31 dicembre 2024 delle assicurazioni per mitigare i rischi legati a disastri ed eventi naturali (sismi, alluvioni, frane, inondazioni, esondazioni) e coprire danni da essi derivanti a immobili, terreni e beni strumentali.
 
Questa proposta, attualmente in fase di esame da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, prevede l’obbligo per le compagnie assicurative di conformare i contratti assicurativi ai nuovi standard previsti, in particolare ogni polizza dovrà includere una franchigia o uno scoperto, che non dovrà eccedere il 10-15% del valore totale dei beni coperti dall’assicurazione e i premi assicurativi dovranno essere calcolati in modo proporzionale al livello di rischio associato.
 
Per le aziende che dovessero violare o eludere l’obbligo assicurativo, la bozza in esame indica una sanzione amministrativa pecuniaria compresa fra 200.000 euro e 1 milione di euro. La sottoscrizione dell’assicurazione sarà, inoltre, un fattore determinante per l’assegnazione di contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario da parte dello Stato.
 
SACE, in base alla proposta, è autorizzata a concedere, in favore degli assicuratori e riassicuratori una copertura fino al 50% degli indennizzi dovuti al verificarsi degli eventi previsti, con garanzia dello Stato.
 
A prescindere da quale sarà il testo definivo della Legge di Bilancio, l’augurio è quello che imprese e famiglie si tutelino immediatamente dai danni provocati dal cambiamento climatico, evitando farsi trovare impreparate al prossimo fenomeno naturale estremo.